14 luglio 2023. Comunicato numero 44 del Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano


Ai comunisti che partecipano al campeggio “Fermare l’escalation” – 13/16 luglio 2023 a San Piero a Grado (PI)

Costruire comitati nelle fabbriche, scuole e quartieri che si mobilitano contro la guerra e l’economia di guerra!

Il 2 giugno del 2022, si svolgeva a Coltano (PI) una manifestazione contro la costruzione di una nuova base militare per il 1° Reggimento dei carabinieri paracadutisti “Tuscania” e il Gruppo Intervento Speciale, finanziata da fondi pubblici (190 milioni del Fondo Coesione e Sviluppo).

La manifestazione, a cui hanno partecipato 10 mila persone, era organizzata dal Movimento “No Base né a Coltano né altrove”.

A partire dal 13 luglio, fino al 16 luglio 2023 a San Piero a Grado (PI) si terrà il campeggio organizzato dal movimento: “Fermare l’escalation!” a cui parteciperanno molti organismi attivi sul fronte della lotta contro la guerra.

I comunisti, a partire dai compagni del P.CARC che operano in Toscana, quindi i dirigenti della Segreteria Federale Toscana e i compagni della Sezione di Pisa, devono essere parte integrante e dirigente di questo movimento. È una questione di assunzione di responsabilità rispetto al salto storico che l’umanità deve compiere: la responsabilità di promuovere, costruire e dirigere la rivoluzione socialista nel nostro paese, di cui la lotta per cacciare il governo Meloni servo della NATO e per imporre un governo di emergenza delle masse popolari organizzate è parte integrante.

Il governo Meloni sostiene interamente e senza riserve le manovre dei gruppi imperialisti USA come si evince anche dalla partecipazione del nostro paese al vertice NATO di Vilnius dell’11 e del 12 luglio, benché il risultato del vertice non corrisponda a quanto auspicato da Zelensky rispetto all’entrata dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica. Questo conferma il fatto che l’allargamento del conflitto oltre i confini dell’Ucraina (cosa che inevitabilmente avverrebbe con l’entrata di questa nella NATO) è un salto nel buio per la stessa classe dominante perché aprirebbe in ogni singolo paese imperialista un fronte interno di guerra: quello delle proteste, mobilitazioni e ribellioni delle masse popolari contro i rispettivi paesi.

Infatti, la classe dominante, per fare la guerra, ha bisogno di intruppare, anche solo in termini di consensi, una parte della popolazione. Ebbene, dobbiamo approfittare di questa realtà per alimentare la lotta contro la partecipazione dell’Italia alla guerra voluta dalla NATO. Alimentare questa lotta significa rendere il paese ingovernabile alla classe dominante, cioè rendergli impossibile il continuare a gestirlo in modo funzionale alla guerra. E’ possibile oltre che necessario farlo, perché la maggioranza degli italiani è contro la guerra. È contraria all’invio di armi in Ucraina, è contraria alle sanzioni alla Federazione Russa, è contraria all’uso del territorio italiano da parte della NATO.

La contrarietà alla guerra esonda, prende forma e si fa spazio anche tra pezzi della classe dominante e persino dell’Esercito!

Il fatto che essa non sfoci in un movimento di massa per la pace, come quello che ha coinvolto le masse popolari del nostro paese contro la guerra in Iraq del 2003, dipende sostanzialmente dal fatto che brucia ancora la sconfitta. Infatti, nessuna delle oceaniche manifestazioni dell’epoca (milioni di persone in piazza) servirono a fermare la guerra, la devastazione dell’Iraq e il massacro di centinaia di migliaia di civili per mano della Comunità Internazionale e della NATO. Le masse popolari non sono più disposte, quindi, a spendersi in mobilitazioni che sono concepite più come atti di testimonianza o di opinione. La situazione è grave, serve cambiare le cose: questo è il sentore diffuso tra la popolazione. Nessuna mobilitazione, marcia o iniziativa che reclami la pace e la fine della sottomissione del nostro paese alla NATO a chi sta al governo - per quanto imponente possa essere - può indurre o convincere la classe dominante del nostro paese e il complesso militare-industriale statunitense a porre fine all’escalation militare. L’unica mobilitazione capace di produrre risultati è quella per cacciare i governi che fomentano la guerra: nel nostro paese significa cacciare il governo Meloni e imporre un governo delle organizzazioni operaie e popolari.

Non è possibile nessun ragionamento realistico e concreto sulla pace che tralasci la necessità di sottrarre il nostro paese al controllo della NATO!

Per ottenere questo risultato dobbiamo rendere i territori e il paese intero ingovernabile alla classe dominante. Operare in questo senso significa mettersi alla testa della costruzione di comitati nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri che si mobilitano contro la guerra, che sabotano le politiche guerrafondaie del governo Meloni. Organizzazioni operaie e popolari, insomma, che si mettano all’opera per:

- denunciare ogni servitù e operazione militare! denunciare capillarmente con articoli di giornale, scritte murali, con locandine e volantini, attraverso i social network ogni base militare, agenzia e installazione NATO e USA: che la presenza di ognuna di esse risalti in ogni località - sostenere quindi la lotta contro l’arrivo del quartier generale permanente della Multinational Division South (Mn-S) della NATO presso la caserma Predieri di Rovezzano a Firenze;

- denunciare e rendere pubbliche le operazioni sporche (legalizzate o illegali che siano) degli affaristi della guerra e il traffico di armi come da anni fa il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova (CALP) che ha anche denunciato il traffico di armi presso alcuni magazzini della logistica (Fedex) di Pisa con questo post Facebook del 27 aprile 2023: “Da più di un mese anche nei magazzini della fedex, logistica, zona Ospedaletto Pisa arriva con frequenza merce militare. Nello specifico si tratta di aerei da guerra senza documentazione militare e senza essere certificati. Si pensa che si vogliano bypassare le norme per abbattere i costi di spedizione e le norme vigenti per il transito. Sempre più lavoratori si stanno unendo per creare un fronte contro la guerra concreto”;

- promuovere manifestazioni stradali e iniziative contro la partecipazione alla guerra e contro ogni singola operazione in cui la partecipazione si concretizza;

-bloccare e sabotare l’invio e il trasporto di armi verso l’Ucraina, ogni convoglio ferroviario e stradale e ogni caricamento di navi e aerei come ha fatto di recente l’Osservatorio sul transito delle armi nei porti europei e mediterranei contro l’arrivo (il 7 luglio) della nave con-ro Bahri Abha (della compagnia di navigazione saudita) che ha fatto scalo nel porto di Talamone a Grosseto;

- estendere l’organizzazione e la lotta contro la militarizzazione della scuola pubblica: diffondere le denunce del neonato Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, sviluppare il boicottaggio delle iniziative di propaganda di guerra nelle scuole e università, denunciare il ruolo delle istituzioni scolastiche e universitarie nella ricerca scientifica bellica ordinata dagli USA e Israele e promuovere la mobilitazione di docenti, ricercatori, studenti;

- fare agitazione contro la partecipazione dell’Italia alla guerra USA-NATO in ogni istanza delle Forze Armate italiane e delle Forze dell’Ordine: i sindacati militari democratici e non sottomessi alle direttive della casta dei generali asserviti agli USA possono avere un ruolo importante nel mobilitare e organizzare la truppa perché si ribelli alle angherie dei superiori, perché denunci, contrasti, saboti le attività antipopolari che i superiori vogliono far loro fare. Sostenere gli alti ufficiali delle Forze Armate che si oppongono ai compiti infami e ai delitti che il regime della Repubblica Pontificia, infeudato alla NATO e all’UE, assegna agli organismi militari in violazione della stessa Costituzione del 1948 (art.11) e additarli ad esempio per portare altri a mettersi sulla stessa strada. Incitarli ad andare a fondo nella denuncia pubblica delle manovre sporche che la classe dominate svolge dietro il teatrino della politica;

- coordinare i fronti di lotta contro la guerra, contro il carovita, la devastazione ambientale e il cambiamento climatico, lo smantellamento delle aziende.

Il Movimento no base “né a Coltano né altrove” può assumere il ruolo di promotore e sostenitori di queste “mille iniziative di base” per interrompere l’intruppamento del nostro paese nella guerra voluta dalla NATO, per imporre l’uscita del nostro paese dall’Alleanza Atlantica e il ritiro di tutti i contingenti militari italiani dai numerosi fronti di guerra che costellano l’intero pianeta. Ma affinché questo organismo, così come i tanti altri che già operano su questo fronte, assuma questo ruolo serve che i comunisti non si accontentino di moltiplicare e rafforzare mobilitazioni e proteste. Dobbiamo diventare in grado di creare le condizioni affinché gli organismi operai e popolari costituiscano un proprio governo d’emergenza, lo impongano alla borghesia e al clero e, a fronte della reazione della borghesia e del clero alle misure che con esso gli organismi operai e popolari prenderanno (come l’interruzione della partecipazione dell’Italia alle guerre volute dalla NATO e la sua stessa uscita dall’Alleanza Atlantica) lo difendano fino a instaurare il socialismo.

Ogni balzo in avanti nello sviluppo della guerra imperialista manifesta l’esigenza (e la possibilità) di avanzare verso l’instaurazione del socialismo, il suo raggiungimento dipende dal ruolo che assumono i comunisti in questa lotta!

La NATO affama e uccide!

Fuori l’Italia dalla Nato! Fuori la Nato dall’Italia!


Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

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